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DiStudio Berti Bagnasco

L’eccessiva genericità della contestazione disciplinare può portare alla reintegra del lavoratore licenziato

Con la sentenza in oggetto, la Corte d’Appello di Torino ha disposto la reintegra di un impiegato bancario, assistito dagli Avvocati dello Studio, che era stato licenziato per giusta causa, poiché, così ha rilevato la Corte, la contestazione disciplinare che ha preceduto il licenziamento era talmente generica da non consentire al lavoratore di presentare le proprie giustificazioni, provocando, così, un’irreparabile lesione del diritto di difesa.

La Corte d’Appello, nell’emettere tale provvedimento, ha ripreso le parole della Corte di Cassazione (sentenza n. 4879/2020), affermando che “il radicale difetto di contestazione dell’infrazione determina l’inesistenza dell’intero procedimento, e non solo l’inosservanza delle norme che lo disciplinano, con conseguente applicazione della tutela reintegratoria, di cui alla L. n. 300 del 1970, art. 18, comma 4, come modificato dalla L. n. 92 del 2012, richiamata dal comma 6 del predetto articolo per il caso di difetto assoluto di giustificazione del provvedimento espulsivo, tale dovendosi ritenere un licenziamento disciplinare adottato senza alcuna contestazione di addebito.”

 

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Personale da collocare in mobilità: se violati i criteri di scelta vanno reintegrate le persone licenziate

Questa sentenza affronta il problema, purtroppo sempre più attuale in questi anni di crisi, dei licenziamenti collettivi e ribadisce il principio per cui il datore è tenuto a scegliere i lavoratori da licenziare comparando tra loro tutti i lavoratori fungibili in base ai parametri dell’anzianità aziendale e dei carichi famigliari. Continua a leggere

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Un caso di reintegra dopo la riforma dell’Articolo 18

L’ordinanza in esame, confermata anche nei successivi gradi di giudizio, è interessante perché affronta in maniera molto approfondita il tema della reintegrazione dopo la riforma dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori operata dalla Legge Fornero, valorizzando l’importanza dell’elemento soggettivo (il dolo o la colpa grave), che deve sempre essere presente per procedere al licenziamento. Continua a leggere