Negli ultimi anni, l’orientamento dei Tribunali nei confronti del fenomeno del mobbing si è fatto sempre più restrittivo e non si contano le pronunce di reiezione delle domande dei lavoratori, quasi sempre dovute alla difficoltà di provare l’intento persecutorio del datore di lavoro o la continuità delle molestie subite dal dipendente: questa tendenza, naturalmente, ha lasciato scoperte e prive di tutela tutta una serie di situazioni lavorative in cui il lavoratore, pur non potendosi definire vittima di mobbing, era comunque oggetto di molestie e vessazioni che sono sicuramente meritevoli di tutela. Continua a leggere