La sentenza in esame affronta il delicato problema dei rapporti tra diritto di accesso agli atti e criterio di specificità con particolare riferimento alla fattispecie della contestazione disciplinare per relationem.
In tale pronuncia, la Suprema Corte, a salvaguardia del diritto di difesa del lavoratore, ha enunciato il principio secondo cui “il diritto di accesso agli atti del procedimento disciplinare non può essere invocato per superare l’eventuale genericità della contestazione, perché il rinvio per relationem a fonti esterne è consentito solo qualora lo stesso riguardi atti dei quali ha conoscenza il dipendente incolpato, il quale deve essere posto in condizione di approntare un’efficace difesa, già dal momento in cui riceve l’incolpazione”.
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