È ancora possibile, oggigiorno, che un lavoratore, a causa della propria affiliazione sindacale, possa divenire oggetto di condotte discriminatorie da parte del datore di lavoro? Ebbene sì!
Proprio questo è il tema sotteso alla causa in esame, patrocinata dall’Avv. Berti, nella quale è stata posta all’attenzione del Tribunale di Pisa la vicenda di un dipendente bancario, il quale, in considerazione della propria iscrizione ad una determinata associazione sindacale, ha subito, per diversi anni, un grave demansionamento impostogli dal datore di lavoro. In tale occasione, il Giudicante, riscontrata la sussistenza di una discriminazione per motivi sindacali, ha condannato l’istituto bancario a reintegrare il dipendente nelle mansioni svolte prima dell’applicazione del trattamento deteriore, nonché a risarcirgli il danno ricollegabile alla perdita di professionalità dovuta alla sensibile dequalificazione e alla compressione della libera attività sindacale.
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