Archivio degli autori Studio Legale Berti Bagnasco

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Discriminazione per motivi sindacali e demansionamento

È ancora possibile, oggigiorno, che un lavoratore, a causa della propria affiliazione sindacale, possa divenire oggetto di condotte discriminatorie da parte del datore di lavoro? Ebbene sì! Continua a leggere

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I limiti al licenziamento del dirigente: è illegittimo il recesso senza un’effettiva ed attuale riorganizzazione aziendale

La pronuncia in esame tratta la vicenda di una dirigente assicurativa licenziata per giustificato motivo oggettivo a causa dell’asserita soppressione del proprio posto di lavoro dovuta ad una fusione aziendale ancora in attesa di approvazione da parte degli organismi di vigilanza. Il Tribunale di Milano ha dichiarato illegittimo il licenziamento, statuendo che, ai fini della legittimità del recesso, il riassetto aziendale deve essere concreto ed attuale, non potendosi far riferimento ad un futuro accorpamento di mansioni derivante da una fusione societaria ancora in divenire, la quale, in ogni caso, non può costituire ai sensi dell’art. 2112 c.c. un giustificato motivo di licenziamento.

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Le garanzie dell’art. 2112 c.c. non si possono eludere neppure con accordi individuali.

Questa importante sentenza verte sul tema, sempre attuale, dell’operatività dell’art. 2112 c.c. in materia di trasferimento d’azienda, con particolare riferimento all’ipotesi caratterizzata da un peggioramento del trattamento retributivo del lavoratore. Continua a leggere

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Licenziamento del dirigente pubblico: necessaria specificità della contestazione disciplinare. Un caso di reintegrazione.

La sentenza in esame affronta il delicato problema dei rapporti tra diritto di accesso agli atti e criterio di specificità con particolare riferimento alla fattispecie della contestazione disciplinare per relationem. Continua a leggere

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Verso il superamento del mobbing? Anche il tribunale di Torino riconosce lo straining

Negli ultimi anni, l’orientamento dei Tribunali nei confronti del fenomeno del mobbing si è fatto sempre più restrittivo e non si contano le pronunce di reiezione delle domande dei lavoratori, quasi sempre dovute alla difficoltà di provare l’intento persecutorio del datore di lavoro o la continuità delle molestie subite dal dipendente: questa tendenza, naturalmente, ha lasciato scoperte e prive di tutela tutta una serie di situazioni lavorative in cui il lavoratore, pur non potendosi definire vittima di mobbing, era comunque oggetto di molestie e vessazioni che sono sicuramente meritevoli di tutela. Continua a leggere

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Personale da collocare in mobilità: se violati i criteri di scelta vanno reintegrate le persone licenziate

Questa sentenza affronta il problema, purtroppo sempre più attuale in questi anni di crisi, dei licenziamenti collettivi e ribadisce il principio per cui il datore è tenuto a scegliere i lavoratori da licenziare comparando tra loro tutti i lavoratori fungibili in base ai parametri dell’anzianità aziendale e dei carichi famigliari. Continua a leggere